Baia di Torre Uluzzo

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Foto di Luigi Marzo

Foto di Luigi Marzo

Un nome che già basta, una volta spiegato, a illustrare quantomeno la bellezza e poesia di un posto selvaggio, incontaminato, con una storia interessante alle spalle, il mare di Torre Uluzzo, nella zona di Nardò.

La baia di Torre Uluzzo, infatti, prende il nome dalla torre omonima, che ha, a sua volta, il nome  salentino di un fiore bello e antico, delicato e candidissimo, l’asfodelo.
Un fiore che fiorisce nel periodo primaverile e che con i suoi petali bianchi colora la baia tutt’intorno, donandole ulteriore bellezza e unicità e dando luogo a un paesaggio suggestivo e senza tempo.

fiore-asfodelo

Asfodelo fiorito

Il costone della baia è un tesoro per ciò che riguarda l’aspetto naturalistico e storico, anzi, preistorico: proprio qui, infatti, sono collocate le primissime testimonianze dell’uomo moderno, risalenti a circa 45 mila anni fa, datazione possibile grazie a uno studio di reperti trovati nella Grotta del Cavallo, anfratto non accessibile al pubblico.

Il mare di Torre Uluzzo si colloca nel cuore del Parco naturale regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano, e spalanca la sua baia proprio sotto la caratteristica torre, con i suoi anfratti, i suoi scogli levigati e le piattaforme che consentono di fermarsi a prendere il sole, circondati da acqua color smeraldo e dalle mille sfumature.

Un suggestivo sentiero collega Torre Uluzzo a Porto Selvaggio, ed è da percorrere soprattutto se siete amanti della solitudine, degli spazi impervi e isolati, in cui respirare o praticare meditazione in silenzio, interrotti solo dal rumore della natura circostante.

Per ciò che riguarda i venti, che come si sa dominano e influiscono molto sulla balneazione in Salento, la baia è perfetta quando soffia la tramontana, ma non è riparata affatto quando spirano scirocco e libeccio, che rendono difficile la risalita e i tuffi in generale.


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